Il Lambrusco è uno dei prodotti più cari alla tradizione contadina emiliana: nel ‘900, infatti, era consuetudine dare ai braccianti che andavano a lavorare una bottiglia di vino, poiché considerato nutrimento necessario al pari del pane. È stata anche quest'abitudine a stimolare la produzione, poiché si creava l’esigenza di un'elevata disponibilità di vino fresco e leggero. Quando si vinificava, si divideva la prima spremitura (il “mosto fiore”) dalla seconda (il torchiato). Quest'ultima veniva tagliata con acqua e data ai braccianti.
Il Lambrusco viene inoltre citato in molte opere, dalla letteratura alla musica: oltre ai precedentemente citati Catone, Virgilio e Plinio il vecchio, possiamo ricordare il poeta Giosuè Carducci il quale, nella sua corrispondenza intrattenuta con la contessa Lovatelli, così parlava del Lambrusco: «Non sa Ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il Lambrusco per inaffiare dell'animale caro ad Antonio abate? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la sapienza... »
Infine, per quel che riguarda la musica moderna non si può non ricordare Lambrusco & Pop Corn, brano musicale scritto e cantato da Luciano Ligabue, pubblicato come secondo singolo estratto dall'album Lambrusco coltelli rose & pop corn del 1991. In questo brano vengono rappresentati due mondi molto apprezzati dal cantautore, l'Emilia Romagna e gli Stati Uniti, in una sorta di viaggio attraverso i propri sogni che, seppur grandi, non cancellano comunque il legame con la propria terra.