La storia del Parmigiano Reggiano nasce 9 secoli fa, e da allora conserva la medesima ricetta: stessi ingredienti (latte, sale, caglio), stessa cura, stessa zona d’origine.
Il legame tra questo formaggio e la sua zona di origine è imprescindibile, strettamente legata al territorio e alla maestria di chi porta avanti con passione questa tradizione.
La produzione del latte e la trasformazione in formaggio avvengono esclusivamente nelle province di Parma, Reggio Emilia e Modena; è consentita inoltre in specifiche zone di Bologna (alla sinistra del fiume Reno) e Mantova (alla destra del fiume Po).
Nelle nostre terre si concentrano le 4000 aziende agricole in cui si produce il latte pregiato e gli oltre 350 caseifici che lo trasformano in formaggio.
L’alimentazione degli animali è estremamente curata e segue il rigido regolamento che impedisce l’uso di foraggi insilati e alimenti fermentati.
Il prestigio di questo prodotto si desume anche dal fatto che sia stato costituito un apposito Museo del Parmigiano Reggiano, realizzato all'interno dell'antico caseificio presente nella Corte Castellazzi di Soragna, in Provincia di Parma.
Il museo è stato ricavato all'interno di un'ottocentesca corte agricola di pertinenza del castello Meli-Lupi di Soragna, costruito nel 1848 da Casimiro Meli-Lupi.
È un museo etnografico sul tema della produzione di questo formaggio. In quanto caseificio, già di per sè l'edificio un Museo, in cui osservare i luoghi di produzione e gli attrezzi risalenti all’arco temporale compreso tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.
È organizzato in sezioni allestite nelle tre sale ricavate dai tre locali originalmente utilizzati per la produzione del caseificio, con un spazio di ristoro e uno shop.
Il Museo del Parmigiano Reggiano rientra nella rete museale dei Musei del Cibo della provincia di Parma, testimonianza significativa del lavoro e dalle attività che nel territorio vantano tradizioni antiche.
Altra eccellenza della zona di Parma e simbolo del buon cibo Made in Italy celebre in tutto il mondo è il Prosciutto Crudo di Parma, un salume Dop di altissima qualità ottenuto con un'attenta cura nei dettagli e nelle fasi di stagionatura. Il Prosciutto Crudo di Parma è un prodotto buono e sano proprio perché nella sua produzione non si utilizzano né conservanti, né additivi. A questo si aggiunge l'abilità dei maestri salatori e la genuinità delle nostre terre, che con le loro condizioni climatiche ideali danno vita ad un prodotto dolce e al contempo ricco di gusto.
Non a caso questa vasta pianura solcata dalle acque del grande fiume Po è chiamata Food Valley. È una zona in cui la fertilità del suolo, le antichissime tradizioni e l'intraprendenza dell'uomo hanno favorito la nascita e lo sviluppo di prodotti alimentari d'eccellenza.
È proprio nelle province di Parma, Reggio Emilia e Modena che si concentrano oggi le maggiori produzioni di Parmigiano, salumi tipici, pasta e conserve vegetali del Paese. Ma è Parma ad esserne la capitale indiscussa, con la presenza di eccellenze gastronomiche di livello mondiale.
Il prestigio della tradizione enogastronomica di Parma nasce addirittura in epoca alto-medievale nei monasteri dei monaci Benedettini, che avevano messo a punto il processo di produzione del formaggio Parmigiano Reggiano.
Il boom si ebbe poi nell' Ottocento: in quegli anni Parma sviluppa la più forte industria alimentare di trasformazione del pomodoro e la Barilla inizia il proprio cammino con un modesto negozio di panetteria, divenendo oggi leader mondiale nella produzione industriale della pasta ed europeo dei prodotti da forno.
Il XX secolo vede poi la nascita nel capoluogo della Stazione Sperimentale delle Conserve Alimentari, della Mostra delle Conserve, antesignana dell’odierno Cibus – la Fiera internazionale dell'Alimentazione – e dei Consorzi di tutela dei prodotti tipici (Parmigiano, Prosciutto, Culatello).
Nel 2003 Parma viene prescelta quale sede dell' EFSA, l'Authority Europea per la Sicurezza Alimentare. Senza dimenticare poi che qui vi ha sede anche Alma, la Scuola internazionale di cucina che ha come rettore Marchesi.
Nel 2015 la città guadagna poi il riconoscimento di “Città creativa per la gastronomia Unesco”, prestigioso riconoscimento internazionale.